-Annette Hess: L’interprete

Annette Hess

L’interprete

Neri Pozza Bloom

“Francoforte, 1963. Eva Bruhns, giovane interprete dal polacco, riceve un’inattesa telefonata dalla sua agenzia. In un ufficio al centro della città, dove pare stiano approntando le carte per un processo, hanno urgente bisogno di qualcuno che traduca dal polacco.

Eva abbandona in tutta fretta l’appartamento paterno e di lí a poco si ritrova in una stanza angusta dove tre uomini sono in attesa, avvolti da fumo di sigaretta. Si aspetta di avere a che fare con le solite cause legali per risarcimento danni ma, con stupore, deve ricredersi: si parla di tragici avvenimenti accaduti nel 1941, di prigionieri asfissiati dal gas, di baracche e campi di reclusione. Fatti ignoti a una ragazza tedesca del 1963.

Quella sera Eva torna al Deutsches Haus, “Casa tedesca”, il ristorante di proprietà della sua famiglia, turbata e piena di interrogativi. Che cosa è accaduto davvero nel 1941? Di che cosa parlava l’anziano polacco? chiede. I suoi genitori si mostrano subito restii ad affrontare l’argomento. Il suo fidanzato la invita a rinunciare all’incarico, inadatto, secondo lui, a una ragazza sul punto di sposarsi.

Quando, tuttavia, l’indomani Eva apprende dal giornale che due degli uomini incontrati nella stanza piena di fumo sono il procuratore capo e il procuratore generale del processo in procinto di svolgersi contro alcuni ex membri delle SS, vinta dalla curiosità accetta l’incarico.”

Ho trovato questo romanzo molto avvincente e scorrevole, tanto che, nonostante il tema forte, l’ho letto in pochissimo tempo. La trama è incentrata sulla presa di coscienza della giovane protagonista, incaricata di fare da interprete dal polacco in un processo ad alcuni ufficiali delle SS in servizio presso il campo di concentramento di Auschwitz. Traducendo le testimonianze dei sopravvissuti al campo di sterminio, Eva, poco alla volta scopre l’orrore della Shoah, realtà completamente taciuta e rimossa nella Germania del dopoguerra. Il racconto, nella durezza dei suoi contenuti, è affrontato in modo delicato e umano e tratta non solo del colpevole silenzio della società tedesca ma anche del senso di colpa che perseguita quanti sono riusciti a tornare a casa dopo aver visto morire in modo atroce i propri cari.

La scoperta dell’orrore e la consapevolezza che anche le persone in apparenza più miti e perbene hanno preso parte con convinzione allo scellerato progetto di sterminio sarà così sconvolgente da portare Eva a riconsiderare tutte le sue scelte di vita.

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