Le assaggiatrici di Rossella Postorino

ROSSELLA POSTORINO

LE ASSAGGIATRICI

FELTRINELLI

Ho terminato da poco questo bellissimo romanzo di cui avevo tanto sentito parlare e ne sono rimasta veramente incantata. La trama, ispirata alla storia vera di Margot Wolk, racconta le vicende di Rosa Sauer, una giovane donna rifugiatasi in campagna a casa dei suoceri per sfuggire ai bombardamenti di Berlino, che viene reclutata insieme ad altre donne per assaggiare i cibi cucinati per Hitler, ossessionato dal terrore di essere avvelenato. La vita apparentemente idilliaca del paesino di Gross Partsch scorre parallela a quella della caserma di Krausendorf, una sorta di mondo parallelo tutto al maschile a poca distanza dalla “Tana del Lupo”, il covo segreto di Hitler. In questo mondo a parte, le assaggiatrici sono a loro volta una sorta di corpo estraneo, un gruppo di cavie da laboratorio relegate nei locali della mensa dove dopo aver gustato appetitosi pranzi, in un paese dove ormai tutti patiscono la fame e tanti muoiono di stenti nei campi di concentramento, non possono muoversi per un’ora, in attesa di eventuali sintomi di avvelenamento. La vita della protagonista scorre tra alti e bassi, sempre appesa a un filo, fino a quando la Storia irrompe, come un meccanismo cieco e inesorabile, stritolando tutto e tutti. Oltre alla trama avvincente, ho apprezzato molto la descrizione dei rapporti tra le assaggiatrici stesse, donne completamente diverse per estrazione sociale, stile di vita, idee e carattere ma accomunate da un unico destino, quello di rischiare la vita tre volte al giorno assaggiando i piatti cucinati per il Führer. La convivenza forzata, inizialmente difficile e conflittuale, porterà alla nascita di sincere amicizie e un forte senso di solidarietà femminile. Rosa, la protagonista, non è una nazista, anzi, viene da una famiglia di convinti oppositori del regime, ma il suo istinto di sopravvivenza, la capacità di adattamento e la paura la spingono ad accettare passivamente tutto quello che le accade e, anche quando avrebbe la possibilità di fare delle domande per capire quello che sta effettivamente succedendo nel suo paese e nei campi di concentramento, la sua pavidità la spinge chiudere gli occhi. Un po’ come nel romanzo “L’interprete”, dal suo atteggiamento emerge la colpevole scelta di tanti cittadini tedeschi di chiudere gli occhi di fronte alla realtà. Un romanzo davvero bello e intenso, che mi ha tenuta sveglia fino a tardi per scoprire come andava a finire. I personaggi sono ben delineati e non si può fare a meno di affezionarsi a loro, il tutto poi è narrato attraverso uno stile coinvolgente e originale. Promosso a pieni voti e straconsigliato!

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